Alessitimia

Alessitimia è una parola che deriva dal greco, e letteralmente significa “mancanza di parole per le emozioni”.

Studi e ricerche dimostrano ampiamente che aspetti alessitimici della personalità si riscontrano frequentemente in pazienti che soffrono di disturbi psicosomatici o di sintomi medici inspiegabili (MUS) (Baldoni, 2010; Porcelli, 2009; Grandi, Rafanelli, Fava, 2011). La persona alessitimica ha difficoltà a riconoscere le emozioni e a tradurle in parole: fatica a entrare e a stare in contatto con le emozioni, fatica a distinguerle, ad averne consapevolezza e a comunicarle ad altri.

L’incapacità di verbalizzare le emozioni può causare delle risposte emotive estremamente intense (scoppi di rabbia, crisi di pianto) che il paziente non riesce a collegare a una causa o a una situazione scatenante. E’ come se l’emotività sottaciuta, improvvisamente e senza motivo, tracimasse oltre gli argini, dando luogo a manifestazioni eclatanti.

 

Sentire le emozioni solo con il corpo

Le persone alessitimiche sono in grado di riferire i cambiamenti fisiologici che le emozioni inducono nel corpo (ad esempio, in caso di paura: tensione muscolare, cambiamento della respirazione, aumento del battito cardiaco, ecc.) ma non riescono a collegare queste sensazioni all’emozione specifica che le ha generate (in questo caso la paura, appunto), con il risultato che le risposte fisiologiche e le emozioni corrispondenti non vengono integrate in un’unica esperienza complessiva.

E’ come se avvertissero i cambiamenti somatici ma non avessero consapevolezza delle emozioni che stanno provando in quel momento.

 

Fraintendere le sensazioni corporee

Questo modo particolare di vivere le emozioni può favorire il fraintendimento delle sensazioni somatiche: la persona alessitimica, per esempio, in casi estremi può arrivare a confondere una normale attivazione fisiologica indotta da uno stato ansioso con la sensazione di stare per avere un infarto.

 

Stile di pensiero

Le persone con tratti alessitimici utilizzano spesso uno stile di pensiero molto razionale e “concreto”, ancorato ai fatti e a ciò che accade nella realtà esterna. Possono avere difficoltà ad impegnarsi in un’attività introspettiva e a riflettere oltre il fatto in sé, simbolizzando l’esperienza.

Durante il colloquio con lo psicologo, per esempio, sembra che esse non riescano a riconoscere le implicazioni emotive alla base dei sintomi che lamentano e appaiono focalizzate quasi esclusivamente sulle manifestazioni fisiche del proprio malessere.

 

Alessitimia e somatizzazione

Con il termine “somatizzazione” si intende l’espressione somatica di un disagio psicologico che il paziente spesso non riconosce o nega. Il disagio, non trovando libera espressione tramite la parola, si incanala attraverso il corpo, esprimendosi mediante reazioni fisiologiche indesiderate e fastidiose, di cui il paziente si lamenta etichettandole come “sintomi”.

E’ possibile che persone con aspetti alessitimici utilizzino la somatizzazione quale unico modo per dare voce a conflitti o emozioni di cui non hanno consapevolezza.

 

Disturbi da somatizzazione

Tra i vari disturbi da somatizzazione si ricordano: attacco di panico, dolore algico, sindrome del colon irritabile, fibromialgia, sindrome da dolore cronico, dolore pelvico, dermatiti psicogene, disturbi dell’apparato gastrointestinale, ecc.

 

Dott. Alberto Mordeglia

Dott.ssa Giorgia Benzi

 

Bibliografia

Baldoni, F. (2010). La prospettiva psicosomatica. Il Mulino. Bologna, 2016.

Grandi, S. Rafanelli, C. Fava, G. A. (2011). Manuale di psicosomatica. Il pensiero Scientifico. Roma, 2011.

Porcelli, P. (2009). Medicina psicosomatica e psicologica clinica. Modelli teorici, diagnosi, trattamento. Cortina. Milano, 2009.

Ranieri, N. (2010). Il corpo leso. Clinica psicoanalitica del fenomeno psicosomatico. Mondadori. Milano, 2010.