Quando i figli entrano nel periodo adolescenziale, può accadere che i genitori si sentano spaesati dai cambiamenti caratteristici di questa età e che possano incontrare diverse difficoltà nel ristrutturare il rapporto con i loro figli.
Vediamo brevemente alcuni dei principali problemi che si possono incontrare nel momento in cui i ragazzi attraversano questa delicata fase della vita.
Per esempio, può accadere che alcuni genitori si oppongano ai movimenti di separazione del ragazzo non vivendo serenamente il distacco psicologico dal figlio e tendendo a non rispettare i suoi bisogni di autonomia e indipendenza.
In alcuni casi possono faticare ad allentare la funzione normativa che è stata di loro competenza per molto tempo e che ora, in adolescenza, mal si concilia con i bisogni del ragazzo, quali, per esempio, gli orari di rientro, le regole di casa e gli amici frequentati. Tutto questo potrebbe sfociare in grandi dispute all’interno della famiglia, in quanto i genitori potrebbero infatti utilizzare stili educativi completamente diversi, complicando ulteriormente il rapporto con l’adolescente: la madre, per esempio, potrebbe adottare uno stile permissivo ed indulgente, mentre il padre potrebbe comportarsi in modo severo e intransigente. Stili educativi opposti e inconciliabili creano facilmente delle spaccature all’interno della coppia, generando favoritismi e impedendo ai genitori di fare fronte comune rispetto alle richieste e alle aspettative del figlio.
Inoltre, accade spesso che l’adolescenza dei figli possa risvegliare antiche problematiche nei genitori, o far rivivere loro conflitti relativi alla propria adolescenza. Il risveglio di queste dinamiche può pertanto rendere più complessa la relazione con il ragazzo, suscitando talvolta vissuti di inadeguatezza, impotenza e frustrazione.
In alcune situazioni, può accadere che i genitori riducano oltremodo la distanza generazionale dal figlio nell’errata convinzione che questo atteggiamento possa facilitare l’apertura e la vicinanza del ragazzo. E’ il caso del genitore “migliore amico” del figlio. Questo comportamento con il tempo si rivela sbagliato e controproducente, in quanto favorente lo sviluppo di forme particolari di dipendenza, col rischio di privare il ragazzo della possibilità di coltivare uno spazio privato fondamentale per la maturazione psichica.
E’ quindi di fondamentale importanza che il genitore sappia essere presente come punto di riferimento, mantenendo la giusta distanza dal figlio.
A lungo andare tutte queste dinamiche possono causare stress, ansia, difficoltà relazionali e conflittualità all’interno della famiglia, arrivando persino, in casi estremi, a esacerbare una conflittualità tale da compromettere la qualità della relazione di coppia e mettere seriamente a rischio la relazione con il figlio.
Dott.ssa Giorgia Benzi
Dott. Alberto Mordeglia
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