L’importanza dei primi colloqui
I primi colloqui con lo psicologo servono a esplorare e a definire il problema che la persona porta in consultazione.
Durante questi incontri il clinico valuta la motivazione che spinge il paziente a chiedere aiuto, le sfumature della sua personalità, l’entità del problema e le risorse di cui dispone per affrontarlo con successo.
Per raggiungere questi scopi vengono utilizzati due strumenti principali: il colloquio clinico e, se necessario, gli strumenti psicodiagnostici.
Il colloquio clinico
Il colloquio è il principale strumento di indagine dello psicologo e, inizialmente, si svolge attraverso quattro momenti: l’accoglienza del cliente, l’esplorazione del problema, la restituzione e la definizione degli accordi sul proseguo delle sedute.
I colloqui avvengono in un clima relazionale empatico e non giudicante, che faciliti il dialogo e permetta alla persona di raccontarsi in un ambiente accogliente e protetto.
L’esplorazione del problema
Durante la fase di esplorazione il clinico alterna momenti di ascolto ad altri di indagine. Il paziente viene lasciato libero di parlare di sé e delle proprie difficoltà, in modo tale che egli possa fornire la propria personale visione del problema.
Nelle fasi più attive lo psicologo interviene con domande specifiche, finalizzate a esplorare le aree di funzionamento della persona (famiglia, affetti, sessualità etc.) e il modo in cui il cliente ha superato gli snodi principali della vita come l’infanzia e l’adolescenza.
Questi interventi servono per contestualizzare il problema, capire quando ha iniziato a manifestarsi, il disagio che ha causato e il modo in cui è stato affrontato. Viene quindi valutata la presenza di percorsi terapeutici pregressi, di malattie mediche e terapie farmacologiche in corso al momento del colloquio.
Al termine della fase di esplorazione il clinico ha raccolto le informazioni diagnostiche necessarie a tratteggiare un quadro della situazione famigliare, affettiva, relazionale e lavorativa del cliente, cogliendone punti di forza e criticità. Si tratta di informazioni indispensabili per giungere a una valutazione dell’organizzazione di personalità del paziente e per definire un efficace percorso terapeutico.
La restituzione
Durante la restituzione lo psicologo comunica al paziente quanto emerso nel corso dei colloqui, spiegando in modo chiaro le difficoltà di cui sembra soffrire la persona, e valutando insieme a lei la possibilità di pianificare un percorso terapeutico che consenta di valorizzare le risorse interiori, famigliari e sociali di cui dispone.
Qualora la situazione lo richieda, è importante considerare l’eventualità di coinvolgere altri professioni nella terapia.
Obiettivi ed accordi sul percorso terapeutico
Nell’ultima fase del colloquio vengono definiti gli obiettivi del percorso terapeutico e viene concordato con il cliente il numero di sedute settimanali, il giorno, l’ora e l’onorario.
La persona che richiede l’intervento dello psicologo ha diritto a ricevere informazioni chiare sul segreto professionale, la tutela della privacy e sul consenso informato al trattamento.
Dott.ssa Giorgia Benzi
Dott. Alberto Mordeglia
Bibliografia
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