L’ansia per la salute

Con questa espressione si vuol fare riferimento all’intensità con cui una persona tende a preoccuparsi per le proprie condizioni di salute.

Normalmente una corretta preoccupazione per il proprio benessere fa sì che la persona chieda aiuto al medico, allo psicologo o a un altro professionista nel momento in cui avverte la presenza di un sintomo o di qualche forma di malessere psico-fisico. È la consapevolezza di stare male a spingere la persona a cercare aiuto e a prendersi cura di sé.

L’ansia per salute assume sfumature e intensità differenti sulla base del fatto che ogni persona ha una propria personale sensibilità alle condizioni di salute/malattia.

Per questo motivo il concetto di ansia per la salute può essere disposto lungo un continuum, ai cui estremi opposti troviamo due modi di affrontare la malattia diametralmente opposti: la negazione di malattia e l’ipocondria.

In condizioni normali, il comportamento di una persona che sente di stare male si colloca tra questi due estremi.

 

Negazione della malattia

Nella negazione di malattia la persona, pur in presenza di un disagio manifesto, nega la propria sofferenza, spesso rifiuta di farsi aiutare e tende a convivere con sintomi che possono aggravarsi con il passare del tempo.

Il paziente può comportarsi come se la malattia non esistesse mettendo seriamente a rischio la propria salute.

In letteratura la negazione della malattia viene spesso associata alla presenza di tratti alessitimici di personalità o all’utilizzo massiccio di difese psicologiche come la negazione o il diniego.

 

Ipocondria

 

Di cosa si tratta?

All’estremo opposto della negazione di malattia troviamo l’ipocondria.

L’ipocondria è la paura o la convinzione radicata di essere affetti da una qualche malattia; spesso si tratta di malattie gravi o degenerative come il cancro o l’AIDS ecc. La convinzione di soffrire di questa malattia è ricavata frequentemente da una personale interpretazione dei sintomi o dall’amplificazione di normali sensazioni somatiche.

Ciò può spingere la persona a impegnarsi in una costante ricerca di cure mediche e sottoporsi ad un numero sproporzionato di accertamenti clinici, nonostante le rassicurazioni fornite dai medici e nonostante l’esito negativo degli esami strumentali.

Le preoccupazioni ipocondriache possono arrecare malessere alla persona e interferire seriamente con il suo funzionamento psicosociale o lavorativo.

 

Un disturbo d’ansia

L’iponcondria è un disturbo d’ansia: la persona sposta una quota d’ansia libera sul proprio corpo e tende ad interpretare in modo distorto i normali processi fisiologici che avvengono nell’organismo.

Dal punto di vista del pensiero i timori ipocondriaci posso essere talmente persistenti ed ostinati da assumere una connotazione ossessiva, in questo caso le eccessive preoccupazioni per la propria salute possono accompagnarsi a rituali di controllo del corpo.

L’ipocondria presenta un alto grado di comorbilità con i disturbi ansiosi, depressivi e di personalità.

Nella fase di assessment è importante distinguere i casi in cui il paziente risponde positivamente alle rassicurazioni del medico – gli esami clinici hanno esito negativo e la persona si tranquillizza –, dai casi in cui il paziente è assolutamente convinto di essere malato nonostante i referti siano negativi. In queste situazioni può rendersi necessario un approfondimento al fine di valutare la consistenza della patologia o la presenza di problematiche psicologiche di altra natura.

 

Dott. Alberto Mordeglia

Dott.ssa Giorgia Benzi

 

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